Eryngium
Eryngium alpinum
Nome volgare: Regina delle Alpi
Tipologia: Flora Alpina
Famiglia: Ombrellifere
Caratteristiche: Fusto eretto, longitudinalmente striato; foglie
basali intere ovali irregolarmente spinose sul bordo; capolino unico
terminale; numerose brattee raggianti, spinose, violaceo ametistine
Luogo e tempo di ritrovamento: Endemico Valle Stura - Chiesa Casa
Alpina Castelmagno.
Habitat: Cespuglieti subalpini; 1500 - 2000 m.Luglio settembre
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Eryngium maritimum L.
Nome volgare: Calcetreppola marina
Famiglia: Ombelliferae (o Apiaceae)
Etimologia: Il nome del genere deriva da quello utilizzato dagli antichi greci, il nome del genere fa riferimento al suo habitat.
Morfologia:
Pianta erbacea perenne con robusto rizoma,glabra, coriacea e spinosa.
Il fusto alto 30-40 cm è striato, eretto, robusto, ramificato in alto, di colore grigio-verde, è provvisto alla base di foglie picciolate, con lamina suborbicolare o reniforme, divisa in 3-5 lobi, coriacea, con contorno spinoso. Le foglie superiori sono sessili ed amplessicauli, di colore grigio-verde con tonalità azzurrine r talvolta violacee. All’apice del fusto e all’ascella delle foglie sono raggruppate le infiorescenze semplici ad ombrella contratta formata da capolini subglobosi che misurano da 2 a 4 cm, di colore bluastro, protetti da 4-6 brattee spinose, ovato-lanceolate con poche spine acute.
I piccoli fiori ermafroditi e profumati del capolino sono di colore ametistino, e sono formati da 5 sepali rigidi, eretti e 5 petali più brevi del calice e smarginati, 5 stami.
Il frutto e un poliachenio ovoidale provvisto di uncini superficiali per la disseminazione.
Distribuzione – Habitat – Fioritura:
Distribuito sulle coste del Mediterraneo e dell’Atlantico, arriva a nord fino alla Gran Bretagna, ma preferisce le zone centro-mediterranee,vegeta sulle sabbie e dune litorali dove fiorisce da Giugno a Settembre.
Proprietà e usi:
Pianta afrodisiaca, diaforetica, espettorante, stimolante, aromatica, diuretica, tonica.
Non si conoscono sue tossicità, ma un consumo elevato può provocare abbassamenti della pressione sanguinea.
Le foglie giovani possono essere consumate cotte e le radici dolciastre, crude in insalata.
Nota:
Pianta psammofila è pioniera delle dune mobili, grazie al suo apparato radicale che può arrivare ad estendersi per oltre un metro nel substrato, può resistere alla violenza del vento e gli permette di cercare ed assorbire la poca acqua a disposizione in quel terreno che difficilmente riesce a trattenerla. Inoltre la sua cuticola spessa e cerosa, nonché le sue brattee e foglie spinose la difendono dalle perdite d’acqua, dall’erosione della sabbia spinta dal vento e dal pascolo degli animali. Infine anche il suo colore grigio-ametistino sembra difenderla dalla eccessiva evaporazione riflettendo parzialmente i raggi del sole.
Per quanto sopra, sviluppandosi, riesce a bloccare il movimento della sabbia contribuendo in tal modo efficacemente alla stabilizzazione delle dune mobili, e agevolando quindi, lo sviluppo della vegetazione colonizzatrice.
Sembra quindi pleonastica la raccomandazione di non raccogliere questa pianta, che con la sempre più crescente antropizzazione delle spiagge vede restringersi il suo areale di crescita.
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